Com’è nata Costa Rei? Chi ha costruito Costa Rei? In che anni è stata realizzata Costa Rei?
Costa Rei e la sua spiaggia di sabbia bianca circondata dalla macchia mediterranea e da una natura selvaggia,rimase una zona isolata e quasi deserta popolata solo dai pastori che portavano gli animali a pascolare fino agli inizi degli anni sessanta.
Nel 1962 un ragazzo belga di ventidue anni, originario di una cittadina vicino ad Aversa, si innamorò di questa località incontaminata con il suo mare cristallino e legò il suo destino con essa, il suo nome era Guido Van Alphen.
Il padre di Guido possedeva un’agenzia immobiliare in Belgio ma gli affari in quel periodo non andavano bene per colpa del prezzo elevato dei terreni a causa degli investimenti di molti coloni rientrati dall’ex Congo Belga.
Seppero che il facoltoso uomo d’affari Aga Khan acquistò proprio in quel periodo ettari di terreni costieri abbandonati in Gallura.
Arrivarono quindi in Sardegna quando Marcel Stoffelen, un ex colono belga che possedeva dei terreni decise di venderli e di venire a visitare l’isola alla ricerca di acquisti interessanti.
Il padre di Guido inviò il figlio nel 1962 insieme a Stoffelen per valutare i giusti investimenti da cercare in tutta la Sardegna, con due milioni di lire del tempo equivalenti a circa 40mila euro odierni.
Partirono da Bruxelles alla volta di Genova sulla loro BMW 1500, in nave fino a Porto Torres.Si fermarono ad Alghero che era considerata la porta di ingresso del turismo sardo,
proseguirono verso Bosa ma non trovarono ciò che stavano cercando.
Non rimaneva allora che scoprire la parte sud dell’isola vicino a Cagliari dove grazie ad un loro contatto, il geometra Pietro Valerio, che conosceva bene le località più belle del sud est e le famiglie di pastori provenienti dalla Barbagia, che allora erano gli unici possidenti terrieri della costa sud orientale.
Perlustrarono la parte occidentale dal Golfo degli Angeli con Santa Margherita di Pula e poi proseguirono verso est fino a Villasimius che era solo un piccolo borgo di pescatori e carbonai.
I prezzi dei terreni non erano così vantaggiosi come credevano e furono affiancati da un altro professionista , Solinas, che consigliò di visitare dei terreni molto interessanti del comune di Muravera che si affacciavano proprio sul mare.
La strada per arrivare era molto impegnativa, non asfaltata, completamente bianca.
Partirono quindi da Villasimius ed arrivarono ad un bivio che collegava Castiadas con il mare, dovettero fermare la macchina e proseguire a piedi seguendo un viottolo dove passavano i buoi
Salirono quindi su una collina in mezzo al verde chiamata “Monte Turnu” e si aprì ai loro occhi “uno spettacolo incredibile“.
Quel Monte Turnu era il guardiano di una infinita spiaggia bianca che finiva in un mare cristallino dal colore turchese che continuava fino all’altro monte detto “Capo Ferrato“.
In mezzo a questa distesa di sabbia e macchia mediterranea c’era il “Monte Nai” che sovrastava tutta la zona.
C’era anche uno stagno chiamato “Piscina Rei” e una collinetta dal nome “Sa Punta Rei“.
La coppia di belgi non poteva sapere che quella zona costiera avvolta e protetta da quella natura rigogliosa fu scoperta e abitata dalle popolazioni neolitiche sarde di 5000 anni prima.
Prova ne sono 22 menhir in località Piscina Rei risalenti alla cultura Ozieri (3200-288 a.C.) che testimoniano che quel posto era considerato magico.
Sono stato io, poi, a dare a quel territorio il nome di Costa Rei. Un paio d’anni più tardi veniva usato per la prima volta dall’Ente provinciale del Turismo di Cagliari.
Era la primavera del 1962, la natura era la padrona e tutto era ancora incontaminato.
Guido espresse il suo interesse per circa 80 ettari di terreno che appartenevano a due famiglie di Villagrande Strisaili (i Demurtas e i Mighela) che confinavano con Capo Ferrato e occupavano più di un chilometro di costa.Furono acquistati a 200lire al metro quadro per un totale di 160 milioni di lire.
Per emulare l’Aga Khan e la sua Costa Smeralda ci volevano però molti soldi e quindi finanziatori.Per nascere Costa Rei aveva bisogno di tutte le opere di urbanizzazione e dei servizi indispensabili.Van Alphen voleva acquistare i terreni anticipandoli con i due milioni per poi iniziare a vendere i primi lotti per saldare i proprietari.
Trovò quindi altri due soci : Eddy Schillemans che aveva intenzione di costruire un albergo (diventato poi il VILLA REI) e Frans Verhoeven che voleva realizzare un villaggio turistico.
Dopo 3 anni nel 1965 furono pronti l’albergo e alcune villette, un bar con piscina di acqua di mare.Il “Villa Rei”, fu la prima struttura turistica sorta sul litorale.
Con le imprese approdarono a Costa Rei anche le opere di un giovanissimo architetto il belga Eric Balliu, vincitore del prestigioso Premio Roma Architettura, che aveva deciso di mettere alla prova il proprio ingegno e la propria creatività proprio a Costa Rei. Fu Eric Balliu a concepire il disegno delle prime Ville, perfettamente integrate con l’ambiente circostante, realizzate con un tetto piano e ricoperto di terra per poterci coltivare un giardino. L’idea, peraltro oggi attualissima, era nata con l’intento di rendere invisibili le costruzioni all’interno della macchia mediterranea, in modo da non deturpare in nessun modo lo scenario selvaggio e suggestivo che si sarebbe prospettato ai primi ospiti di Costa Rei.
Colpa della burocrazia italiana che anche allora gioacava purtroppo un ruolo fondamentale, non arrivarono mai i finanziamenti sperati e allora i due soci Stoffelen e Verhoeven si misero in proprio.
La legge “Ponte” per le zone balneari prevedeva i permessi solo in presenza di piani di lottizzazione comunale e colpì duramente i sogni di Guido Van Alphen.
I terreni quindi non si potevano più vendere e non riuscì a saldare i proprietari anche investendo in altri terreni a Monte Nai e Piscina Rei ( ettari di terreno a Piscina Rei e di altri ettari lungo la costa del Sarrabus, la cosiddetta lottizzazione “Monte Nai”) che gli permisero di tirare avanti fino al 1967.
Guido cercò di seguire il suo sogno dirigendo anche l’Hotel Califfo tra Cagliari e Villasimius, ma la fine arrivò nel 1971 quando il fisco italiano gli chiese tasse non pagate da atti di vendita di cui era procuratore.
Sono stati Yvan Verschelden e Herman Taillieu a portare a termine il progetto.
“In Sardegna – scrisse qualche anno fa in una lettera – non ho più niente. Ci ho lasciato solo il mio cuore”.